mercoledì 12 settembre 2012
Una storica impresa italiana.
Una storica impresa italiana.
L’impresa ha inizio, nei primi anni del secolo scorso, per opera del Comm.Ing.Prof. Cesare Jonghi Lavarini (Dirigente delle Regie Ferrovie e Docente al Politecnico di Torino). La Società Edificatrice Immobiliare Milanese Spa è stata fondata nel 1927 dal Cav.Gr Cr. Ing. Edmondo Luigi Jonghi Lavarini e si è occupata di cementi armati, realizzazione di costruzioni civili (interi stabili), industriali (fabbriche e capannoni), militari (caserme e fortificazioni), opere pubbliche, appalti e case popolari in tutto il nord Italia. Fornitori ufficiali del Ministero della Guerra, del Ministero dei Lavori Pubblici e del Comune di Milano, durante il Regime Fascista. Attiva nella ricostruzione di Milano (dal Teatro La Scala a Palazzo Litta), dopo la guerra, la SEIM ha incominciato ad occuparsi anche di investimenti immobiliari, gestione, amministrazione e manutenzione di stabili. Oggi le attività principali dell'azienda, portata avanti dal Comm.Dott. Cesare Giovanni (Medaglia d’Oro della Camera del Commercio e dell’Industria di Milano) e dal Cav.Dott. Roberto, rispettivamente figlio e nipote del fondatore, sono quelle della vendita di immobili e della ristrutturazione edile di interni. La SEIM è una piccola ma solida azienda famigliare, alla quarta generazione, socia di numerose associazioni di categoria (ADSI, AMPE, ANACI, UPPI), vanta una lunga esperienza nel settore immobiliare e può offrire alla propria clientela, oltre a serietà, professionalità e cordialità, un servizio completo e personalizzato al miglior rapporto qualità-prezzo.
VENDITA di Immobili
Vendita diretta, con mandato semestrale in esclusiva, di proprietà immobiliari (appartamenti, uffici, negozi, stabili interi, ville) a Milano, in Lombardia, Piemonte e Liguria (con solo il 2% di provvigioni). Attenta valutazione del Vostro immobile (sopraluoghi e misurazioni, studi di settore e di mercato, raccolta di documentazione). Adeguata pubblicità, tradizionale (annunci e cartelli) e web (realizzazione di documentazione video fotografica ed eventualmente anche di piantina digitalizzata e di visita virtuale) della Vostra proprietà. Attenta selezione dei possibili acquirenti ed seria verifica della loro reale solvibilità. Gestione delle visite, venendo incontro alle esigenze dei proprietari. Assistenza (amministrativa, tecnica, legale, notarile e fiscale) e raccolta di tutta la documentazione necessaria (visure catastali, atti di provenienza, certificazioni energetiche) al compromesso ed al rogito. Mediazione in compravendita di locali ed attività commerciali (come bar e ristoranti) e terreni edificabili a Milano ed in Lombardia. Mediazione in compravendita di qualsiasi tipologia di proprietà immobiliare, in tutta Italia e consulenza in investimenti immobiliari in Europa (Russia compresa) ma anche in Libano, paesi arabi e Cina.
RISTRUTTURAZIONI di Immobili.
Interventi di recupero, completo e personalizzato, della vostra proprietà, con sgravi fiscali del 50%. Sopraluoghi e preventivi, veloci e gratuiti. Consulenza progettuale, studi di fattibilità, realizzazione di capitolati, pratiche tecniche ed edilizie, autorizzazioni e permessi. Lavori edili (opere murarie, imbiancature e verniciature, gessi e stucchi, levigature marmi e legni, posa pavimenti e serramenti, realizzazione impianti elettrici, termici, idraulici e di illuminazione, bagni e cucine, recupero sottotetti). Direzione lavori e piani di sicurezza. Certificazioni tecniche ed energetiche. Studio e realizzazione di impianti di sicurezza e di allarme, (personalizzati e per ogni esigenza), porte blindate, scale interne e cancelli automatizzati. Rifacimento tetti e facciate, trattamento e smaltimento amianto ed eternit, energie alternative, pannelli solari ed impianti fotovoltaici. Consulenza progettuale di architettura di interni e di arredo. Sistemazione di terrazzi, cortili e giardini e sistemi di irrigazione automatica. Bioedilizia e bioarchitettura, materiali tradizionali ed alternativi, impianti domotici ed alta tecnologia, antiquariato e design. Ristrutturazioni personalizzate di locali commerciali. Recupero e restauro di dimore antiche e storiche (usufruendo di sgravi fiscali e contributi pubblici).
Locazioni e Gestione Immobiliare.
Attenta valutazione del Vostro immobile (sopraluoghi e misurazioni, studi di settore e di mercato, raccolta di documentazione) e precisa stima del canone possibile. Adeguata pubblicità, tradizionale e web, gestione delle visite, venendo incontro alle esigenze della proprietà. Ricerca ed attenta selezione dei potenziali inquilini (privati o società) e-o dei loro garanti, verificandone le garanzie e la solvibilità (dichiarazioni dei redditi, buste paga e conti correnti, protesti e certificati penali). Redazione, stipula e registrazione del contratto, a norma di legge ed a tutela della proprietà. Contratto libero ad uso abitativo (di anni 4 + 4) e commerciale (di anni 6 + 6). Gestione singole unità immobiliari (appartamenti, uffici, negozi, box, magazzini e capannoni) ed interi stabili (di unica proprietà) a Milano e Provincia. Riscossione degli affitti e delle spese, tramite bollettazione trimestrale e bonifico bancario e gestione dei rapporti con gli inquilini (con nostra consulenza del 4% sul puro canone annuo). Eventuale conteggio e ripartizione delle spese e gestione dei rapporti con il condominio.
Consulenza e servizi immobiliari.
Sopralluoghi, misurazioni, realizzazione di documentazione video e fotografica, controlli urbanistici ed ambientali, verifica di fattibilità di opere architettoniche, stesura di relazioni tecniche e peritali, semplici o asseverate. Pratiche tecniche e catastali (perizie, valutazioni, stime, visure, mappe, planimetrie, volture, cambio d'uso, rendite e variazioni, tabelle millesimali, calcolo della rendita presunta).
Pratiche legali, notarili e fiscali (compromesso, rogito, redazione e registrazione dei contratti, successioni, frazionamenti, ipoteche, regolamenti condominiali).
Finanziamenti, mutui casa, tramite convenzioni con primari istituti di credito ed ai migliori tassi di mercato. Gestione e manutenzione impianti di riscaldamento (terzo responsabile e libretto caldaia) e fornitura combustibile (gasolio e metano). Servizi di pulizia, sgomberi e piccoli traslochi, spurghi, disinfestazione e giardinaggio. Servizi di portierato, vigilanza e sicurezza, sistemi di allarme e sicurezza. Assicurazione, Polizze Generali Fabbricato e per singole unità immobiliari Arredamento d'interni, mobili d'ufficio, mobili su misura. Gestione del verde (giardini, cortili, terrrazze).
Contatti ed informazioni: SEIM UNO SRL, Corso Sempione 34, 20154 Milano - Tel. 02.3313260 - Fax 02.31801315 - Cell 346.7893810 - www.seimuno.com - robertojonghi@gmail.com
Itaca: Laboratorio Politico per la Rinascita Italiana.
In tanti mi chiedono pareri sulla situazione politica e sul futuro della destra italiana. La situazione, nonostante gli enormi spazi potenziali di azione, è decisamente desolante. Gli ex AN del PDL rimangono ostaggio di Berlusconi e continuano a sostenere questo infame governo tecnocratico e plutocratico, che cura solo gli interessi degli usurai delle banche, degli speculatori delle borse e dei parassiti dell’alta finanza internazionale. La Destra di Storace, che a Milano ed in Lombardia praticamente non esiste, non si è ancora unita con la Fiamma Tricolore, anzi, invece di “fare fronte” (nazionale, popolare, sociale ed identitario) contro il mondialismo, alle prossime elezioni politiche, rischia seriamente di finire (e scomparire) nel listone unitario berlusconiano. Altre alternative politiche (serie e valide), a destra, non ve ne sono, nemmeno in prospettiva. Quindi, purtroppo, ad oggi, non posso che confermare il mio convinto disimpegno dalla politica attiva, almeno da quella partitica ed elettorale. Ultima speranza rimane il progetto culturale (unitario, trasversale e costituente) promosso da Veneziani: (Roberto Jonghi Lavarini, Milano, 12 settembre 2012) http://www.progetto-itaca.it/ - robertojonghi@gmail.com
lunedì 23 luglio 2012
PROGETTO ITACA.
La Comunità Militante di DESTRA per MILANO, da sempre sostenitrice dell'unità politica e del rilancio culturale della destra italiana, aderisce, con convinzione ed entusiasmo, al Progetto ITACA: Laboratorio Politico per la Rinascita Italiana, promosso da Marcello Veneziani e Renato Besana. F.to Roberto Jonghi Lavarini
L'APPELLO D'ASCOLI
Il seminario di Ascoli aspira a dare una voce, un collante e una prospettiva di rinascita a quell'arcipelago che in modo inadeguato e superato definiamo destra.
Non è il ritorno al passato, ma vuol essere l'atto di nascita di una nuova storia e di un disegno prepolitico che vuol farsi politico. Ambizioso, ma senza illusioni.
Non vogliamo rassegnarci al nulla, al vuoto e alla paralisi. Non vogliamo accettare come definitiva la morte della politica, la fine di ogni destra possibile, ideale e reale, sociale e nazionale, conservatrice e rivoluzionaria. E non vogliamo finire passivamente al rimorchio di leadership e rientrare in fasi che consideriamo concluse. In ogni caso la decisione nel merito scaturisca da un atto preliminare di autonomia. Vogliamo risvegliare la passione civile e ideale in un paese stanco e disperato e la difesa della sovranità, popolare e nazionale, statuale e politica. Siamo convinti che la crisi economica vada affrontata a partire da scelte che precedono l'economia. Vogliamo ripartire dalla tradizione come viva continuità con le origini e con il futuro; e dall'amor patrio come passione autentica per la nostra comunità. Vogliamo suscitare una nuova selezione fondata sul merito e sulla qualità ed esigere da chi fa politica che cooperi a selezionare giovani e donne, tecnici e outsider.
Proprio perché siamo realisti non proponiamo di far nascere dal nulla un nuovo soggetto, ma di dar luogo a un incontro per rimettere insieme - in un movimento, in una fondazione, e poi eventualmente in un soggetto politico – le realtà esistenti, ovvero tutti coloro che provengono da destra o che non disdegnano di definirsi tali: dalla componente di Alleanza nazionale rimasta nel Pdl (ora in via di ritorno a Forza Italia) a la Destra guidata da Storace, dai componenti di Futuro e Libertà a tutta la galassia di circoli sparsi, movimenti e gruppi non allineati, associazioni e singoli che non intendono restare prigionieri del passato o di settari estremismi.
Suggeriamo un passo indietro a tutti coloro che hanno espresso in prima linea questo ciclo ventennale; lasciando spazio a nuove leve, anzi aiutandole a emergere, favorendo il ricambio. Crediamo nell'autonomia della politica e ancor più della cultura; ma in alcuni momenti di svolta, come già accadde nel biennio 92-94, è dovere spingersi ai confini ed esporsi in un lavoro prepolitico. Non vogliamo veder finire così male quell'intreccio di idee e di esperienze, di radici e di consonanze, che in modo sbagliato seguitiamo a definire destra. C'è dentro la nostra vita, o una sua parte significativa, e non intendiamo lasciarla morire o svilire in una discarica. Permettendoci una parola pomposa e desueta, ma a noi cara, lo facciamo per l'onore, oltre che per il bene della nostra Patria.
Il Seminario di Ascoli si propone perciò come promotore di un incontro prima che finisca l'estate con i segmenti politici più vivi ed attenti al fine di ritrovare le ragioni e le passioni di una nuova Alleanza. Si crei prima un ristretto intergruppo, costituito per metà da rappresentanti politici e per metà da extrapolitici che studi la possibilità di dar luogo una costituente, che dovrà poi selezionare i propri rappresentanti. Nessun nemico a destra, non ci poniamo contro; solo in favore della destra, dell'Italia e del suo rinnovamento. Il progetto finale è far nascere un soggetto unitario, sovrano e visibile, che decida se, in che modo e fino a che punto allearsi per incidere nella realtà, se preferire un ruolo di testimonianza e di opposizione; o se, in un mutato clima, diventare esso stesso il battistrada della rinascita italiana.
ITACA
di Renato Besana
Anche le parole hanno bisogno di manutenzione: destra, per esempio. Affinché continui ad avere un significato, o ne acquisti uno nuovo, al passo con la Storia, bisogna restituirle un progetto, nel qui e ora, lo sguardo rivolto al futuro. Questo l’argomento di lunghe conversazioni con Marcello Veneziani, dalle quali è scaturito un appello di venti righe, girato tra amici, e un nome:
Itaca. La terra del ritorno, l’isola che c’è, lontana da utopie velleitarie, dove ritrovare la propria identità, che il lungo viaggio attraverso mari in tempesta ha forgiato in forme inattese e arricchito di esperienze. Nessuna nostalgia per il vecchio Msi, né per la diafana Alleanza nazionale, sparita in un pomeriggio senza una lacrima. L’idea è di aprire un laboratorio politico per la rinascita italiana, premessa a un rinnovamento non più eludibile, che non può certo ridursi a interventi di cosmesi.
Veneziani ha poi tradotto questa linea ideale in un più articolato appello, apparso sulle pagine del Secolo d’Italia diretto da Marcello De Angelis. Ne è scaturito un dibattito cui hanno finora partecipato Ignazio La Russa, Massimo Corsaro, Altero Matteoli e Alfredo Mantica: emergono, dai loro interventi, dubbi e perplessità, suscitando l’impressione che giocassero in difesa. Non hanno forse compreso appieno lo spirito dell’iniziativa, che si rivolge a una vasta area oggi in frantumi, da Storace a Fini passando per il Pdl. “Né con te né senza di te”, dice l’epitaffio sulla tragica storia di due amanti in un vecchio film di Truffaut, “La signora della porta accanto”. Lo stesso potrebbe ripetersi, con qualche variante, per il Popolo della Libertà: né con Berlusconi né senza Berlusconi. Il partito ombrello sotto il quale si erano rifugiati, continuando a detestarsi, democristiani e socialisti, liberali e reduci di An, non ha retto al tramonto del leader, il cui ritorno, tuttavia, procurerebbe più guai di quanti riuscirebbe a parare. Il Pdl è ormai un brodo primordiale, nel quale nuotano persone rispettabili e vecchi marpioni, portaborse avidi e triciclati senza pudore, avventuristi e faccendieri, alla ricerca d’una scialuppa per salvarsi dal naufragio. Gli elettori non ne vogliono più sapere, come i turni amministrativi dello scorso anno e di questo hanno dimostrato senza possibilità di smentita. Qualcuno ancora vota di malavoglia, altri restano a casa, altri ancora, per rabbia e disincanto, si sono riversati sulle Cinque stelle di Grillo.
C’è chi attende l’uomo nuovo, capace di guidare la riscossa. È un miraggio. Per quasi vent’anni l’arena della politica è stata dominata da partiti leaderistici: i berlusconiani, i dipietristi, i finiani, cui si sono da poco aggiunti i grillini (il cui personaggio bandiera preferisce però tenersi saggiamente in disparte). È questo modello a patire la crisi peggiore. Tra le forze in campo, a mostrare la migliore tenuta è il Pd, che non ha ceduto alla deriva personalistica. Un tempo, la politica poteva condurre alla notorietà; oggi è la notorietà che conduce alla politica. Montezemolo e Mentana vorrebbero costruirsi un partito, e chissà quanti altri. Non è la strada giusta: serve una classe dirigente diffusa, come quella che negli anni della ricostruzione risollevò l’Italia dalle macerie della guerra perduta.
Ecco allora la necessità di riprendere l’iniziativa, discutere, confrontarsi. È importante fare rotta su Itaca per delineare prospettive credibili in un Paese che patisce la peggiore delle crisi, quella della idee. Come ha scritto Veneziani, è venuto il momento di stilare “un programma essenziale e popolare in una decina di punti per rilanciare su basi effettive una nuova rivoluzione conservatrice italiana, conservatrice sul piano dei principi e dei beni, rivoluzionaria sul piano delle innovazioni pubbliche e sociali”. L’ alternativa è una sola: la scomparsa.
Ciascuno di noi è padrone del proprio destino: tutti insieme, dal basso, saremo il motore del cambiamento. Tenderemo l’arco di Ulisse per fare giustizia dei pretendenti che banchettano nella nostra casa: politici mediocri e corrotti, lacchè dei poteri bancari, demagoghi e moralisti. Una vastissima area è rimasta senza punti di riferimento; le istituzioni democratiche sono al minimo storico. C’è voglia di destra nel Paese: ora o mai più. (Post scriptum: chi ha preso questa iniziativa senza ripararsi sotto la coperta di alcun potere non mira a poltrone o sgabelli e non intende prestarsi a giochi di sorta, che poi si riducono a uno solo, quello delle tre tavolette.
Il fine è di catalizzare le molte voci libere che si levano dal corpo vivo della nazione. C’è molto da dire e da fare).
IL MIO APPELLO A TUTTE LE DESTRE
di Marcello Veneziani
Rivolgo questo appello esplicitamente, anche se non esclusivamente, a chi proviene da destra. Un appello personale, di cui mi assumo intera la responsabilità, non concordato con nessuno. Mi rivolgo a chi proviene da Alleanza nazionale, dal vecchio Msi, dalle esperienze varie e anche non politiche di destra nazionale, sociale e i non allineati. E mi rivolgo apertamente e direttamente a chi attualmente esprime su posizioni diverse il desiderio di ricominciare daccapo. Dico dunque alla componente destra del Popolo delle Libertà, dico alla Destra di Storace, dico a Futuro e Libertà, dico alla galassia di nascenti movimenti, come gli azzeratori di Giorgia Meloni, i patrioti di Elena Donazzan, il Fuori di Galeazzo Bignami, RinascItalia di Elisabetta Foschi, e tutti coloro che in questo momento stanno dando vita a esperimenti, incontri, tentativi di ripartire. Senza escludere la galassia giovanile dispersa o ritrovatasi in comunità e circoli, case e movimenti. Infine considero chi, come me, viene dalla destra sfusa, pensa da anni in libertà e in solitudine, o non è impegnato in nessuna realtà vagamente politica. È ora di ricostruire un soggetto civile, prima che politico e culturale. È ora che si torni ad Itaca, come scrive in un appello che sottoscrivo, Renato Besana. È ora che si tenti, dico almeno si tenti, di ritrovare un motivo comune per rilanciare l’iniziativa politica. Accogliamo come dato di fatto il disarmo bilaterale: Berlusconi e Fini costituiscono inevitabilmente un ciclo concluso. La loro parabola di leader è finita, differiscono i nostri giudizi su di loro, ma non possono essere più motivo di unione né di divisione. Si deve fare un passo oltre. Si chiede un passo indietro anche a coloro che hanno rappresentato in questi vent’anni la destra e si selezionino giovani, donne e outsider per costituire il nucleo costituente.
Non volevamo morire democristiani, ma non ci piace nemmeno finire grillini o montezemoliani. Si può agire all’interno del quadro bipolare, dunque collocandosi sul versante alternativo alla sinistra, ma occorre recuperare una propria linea d’azione e di pensiero. Anche perché nel paese esiste, come dimostra la nostra storia e il presente nel resto d’Europa, un’area che oscilla tra il dieci e il venti per cento, che aspetta un discorso serio di rinascita italiana. La Lega è ormai semidistrutta, il Pdl è dimezzato nei consensi e spappolato nelle sue interne spinte centrifughe, Futuro e Libertà vive con disagio all’ombra di Casini che peraltro gioca in autonomia e dichiara concluso il Terzo polo. Sintetizzando in una boutade sostengo che il Pdl, per accrescere l’offerta politica, deve spacchettarsi in P, D e L, ovvero Popolari, Destra e Liberali. C’è un potenziale bacino di consensi per chi con tempismo e attraverso volti e temi giusti riesce a interpretare il disagio presente, la voglia di futuro ma anche la memoria storica. Come mi è capitato di dire e di scrivere, è il momento giusto, per far nascere un’Altra Storia. Un movimento rigoroso e forte, duttile ai fianchi ma duro al centro, onesto e animato da passione civile, etica e ideale, un amor patrio di quelli che non odorano di stucco e rimmel ma vero e severo, che fa tornare il gusto della politica. Stavolta non si lascia il monopolio dell’etica alla retorica partigiana della sinistra, non si lascia l’esclusiva della sobrietà ai tecnici, non si lascia ai giudici stabilire l’onestà, non si lascia la rabbia popolare ai grillini. Si fa sul serio. Si chiamano i migliori, si usano i tecnici per raddrizzar la barca ma senza dar loro il comando: devono risponderne, e non alle banche o ai poteri esteri ma alla politica e al popolo italiano. Il primo atto è la selezione, la cerca dei dieci, e dai dieci dei cento e dai cento dei mille, per costituire una nuova élite, con fresche energie, scegliendo il meglio che c’è nel paese; il minimo indispensabile tra chi c’era prima, gli altri a casa o in fila senza priorità d’imbarco. E poi un programma essenziale e popolare in una decina di punti per rilanciare su basi effettive una nuova rivoluzione conservatrice italiana, conservatrice sul piano dei principi e dei beni, rivoluzionaria sul piano delle innovazioni pubbliche e sociali. L’alternativa è fingere che nulla sia accaduto, accodarsi ai vecchi capi, assistere inermi alla scomparsa, affondare indecorosamente per non osare. C’è un’estate intera per fondare il nuovo o finire nel nulla. Chi mi legge sa quanto sia lontano ormai da anni, dalla politica; ma, senza mutare indirizzo e soprattutto indole, è tempo di innescare un movimento vitale come quello che sorse, giusto vent’anni fa, con L’ Italia settimanale, che fu battistrada di molti eventi e coalizioni. Deponete i rancori, incontratevi, cercate la linea comune. Da soli non ce la fate, andrete al rimorchio se non al guinzaglio o finite fuori dal gioco. Abbiate il coraggio di sacrificare qualcosa e qualcuno per far nascere un vero soggetto politico, in grado di splendere da solo e di allearsi ma in funzione trainante e non passiva, capace di egemonizzare e non di accodarsi. Lo dico per l’Italia, per noi e per chi ha nostalgia del futuro.
venerdì 27 aprile 2012
lunedì 23 aprile 2012
Con Marine Le Pen per un Fronte Europeo delle Nazioni!
http://www.marinelepen2012.fr/ - http://www.frontnational.com/
La fiamma tricolore del Front National francese arde potente al 19%, risultato straordinario ottenuto, ieri, alle elezioni presidenziali, da Marine Le Pen, figlia d'arte del mitico Jean Mary, storico capo carismatico della "estrema destra" europea e fraterno amico di Giorgio Almirante. Ora, anche in Italia, è necessario creare un grande movimento unitario della destra popolare, sociale, radicale ed identitaria: un grande "fronte nazionale" che si batta per la nostra sovranità politica, economica e monetaria, in difesa dei nostri diritti e delle nostre libertà, delle nostre tradizioni ed dei nostri legittimi interessi nazionali. Presto, dopo le elezioni presidenziali francesi, la nostra amica Marine Le Pen tornerà in Italia a sugellare l'unificazione de La Destra di Storace con la Fiamma Tricolore di Romagnoli e la nascita di un Fronte Europeo delle Nazioni che si opporrà duramente a questa Europa delle banche e della burocrazia.
Roberto Jonghi Lavarini
http://destrapermilano.blogspot.it/ - http://www.progettonazionale.it/
mercoledì 18 aprile 2012
mercoledì 4 aprile 2012
Roberto Jonghi Lavarini: No a Monti, PDL addio, Politica arrivederci...
Il Governo Monti-Napolitano ha aumentato tutte le tasse, imposte ed accise, facendo lievitare enormemente il costo della vita, i prezzi di benzina, trasporti, bollette e generi alimentari. Ora vuole tagliare lo stato sociale, le pensioni ed i diritti dei lavoratori. Questo governo “tecnico” è espressione dei poteri forti e dell’alta finanza internazionale e fa gli interessi esclusivi delle borse e delle banche d’affari, mentre affama la povera gente, impoverisce il ceto medio e colpisce duramente la sana borghesia produttiva del nord (industriali, imprenditori, liberi professionisti, commercianti ed artigiani). Questo è un governo infame ed ingiusto, anti-popolare ed anti-nazionale che tartassa gli Italiani, le famiglie e le imprese: io non posso, certamente, sostenerlo e mi chiedo come possano farlo tutti coloro che, come me, provengono dalla limpida e gloriosa storia del Movimento Sociale Italiano di Almirante e Romualdi. Soprattutto per questo motivo, con grande amarezza e delusione, dico addio al fallimentare progetto del Popolo della Libertà che ha tradito i suoi principi ed i suoi elettori. Non abdico alla Politica, intesa nel suo significato alto e nobile di servizio alla nostra comunità ed alla nostra Patria, dico solo arrivederci, in attesa della auspicata riunificazione della destra italiana in un grande Fronte Nazionale come quello francese di Jean Mary e Marine Le Pen.
Il mio unico sito internet ufficiale (www.robertojonghi.it), le mie due pagine di Facebook e la mia mailing-list sono in manutenzione e rinnovamento, potete, comunque, seguirmi in rete, attraverso alcune realtà culturali e di informazione, con le quali collaboro:
http://destrapermilano.blogspot.it/
http://it-it.facebook.com/people/Fronte-della-Tradizione/1653332063
http://www.atuttadestra.net/
http://www.destranews.it/
Vi segnalo anche alcuni siti internet politici ai quali mi sento ora vicino:
http://destra-sociale.org/ (Destra Sociale di Giuliano Castellino)
http://padaniaeliberta.wordpress.com/ (Europa dei Popoli di Mario Borghezio)
http://www.progettonazionale.it/ (Progetto Nazionale di Piero Puschiavo)
In questa pausa mi dedicherò maggiormente alla famiglia, al lavoro ed anche al volontariato nei confronti dei tanti che hanno certamente più bisogno di noi. A Voi ed alle Vostre famiglie, invio i miei più cari saluti ed i miei più sinceri auguri per una Santa Pasqua di Resurrezione, serenità e riflessione, all’insegna della nostra migliore Tradizione europea e cristiana.
Roberto Jonghi Lavarini – robertojonghi@gmail.com – 346.7893810
lunedì 2 aprile 2012
DESTRA NO-GLOBAL e NO-DEBITO
OCCUPYAMO PIAZZA AFFARI
MILANO, SABATO 31 MARZO 2012-04-02
CRISI: ESTREMA DESTRA, ANCHE NOI NEL CORTEO 'OCCUPY MILANO'
17:02 30 MAR 2012 - (AGI)
Milano, 30 mar. - "Non volevamo che fosse pubblicizzata, anche perche' non sappiamo quanto sia gradita la nostra presenza, ma e' una battaglia giusta e vogliamo sostenerla". Risponde cosi' all'Agi, Roberto Jonghi Lavarini, esponente dell'estrema destra milanese, riguardo alla presenza di diverse sigle di estrema destra, domani in piazza nella manifestazione OccupyMilano, organizzata da movimenti e centri sociali, che vedra' anche la presenza di sindacati. "Andremo senza segni di riconoscimento per evitare frizioni - ha proseguito Lavarini - ne' bandiere, ne' vessilli storici della destra. Al massimo porteremo dei tricolori". Riguardo alle motivazioni della manifestazione Lavarini aggiunge: "Le tematiche della sovranita' monetaria e dei guai causati dell'alta finanza sono sempre state nostre oltre che della sinistra. Domani saremo tutti insieme. Sono finiti gli schieramenti ideologici, le battaglie se sono giuste vanno fatte insieme". Le sigle di estrema destra che hanno annunciato la loro presenza in piazza sono: Destra per Milano, Destra sociale, Progetto nazionale e Unione patriottica. Saranno presenti anche esponenti del sindacato Ugl. (AGI) Apa
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Italia, Occupyamo Piazza Affari con la destra radicale
30 marzo 2012
Occupyamo Piazza Affari…con la destra radicale. Insieme con sindacati, partiti di sinistra e centri sociali, infatti, per la manifestazione di domani è prevista anche una massiccia rappresentanza di movimenti di estrema destra, capeggiata dal ‘barone nero’ Roberto Jonghi Lavarini. Tra le sigle che hanno annunciato la loro presenza: Destra per Milano, Destra Sociale, Progetto Nazionale, Unione Patriottica, Ugl, La Destra e Fiamma Tricolore. “Rossi” e “neri” insieme in corteo fianco a fianco contro la finanza internazionale? Oppure giornata di violenti scontri?
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LA REPUBBLICA - CRONACA
Protesta contro il governo
Milano blinda Piazza Affari
In corteo dalle 14 i No Debito di Cremaschi, i No Tav, Rifondazione comunista e anche
alcuni gruppi di destra. Fra le adesioni ci sono quelle di Moni Ovadia e Gianni Vattimo
di ILARIA CARRA
La sede della Borsa con il 'Dito' di Maurizio Cattelan
Contro la crisi. E contro «le misure lacrime e sangue e la macelleria sociale del governo MontiBce». È dal sindacalismo di base, dalla sinistra alternativa, dai movimenti “no debito” e dagli antagonisti dei centri sociali che nasce “Occupyamo Piazza Affari”, la manifestazione nazionale prevista oggi a Milano nella piazza «simbolo della finanza e del capitalismo». Il centro sarà quindi blindato. Una protesta contro le politiche e le riforme del governo Monti, per il no alla Tav e alle modifiche dell’articolo 18. La mobilitazione ingloba varie tematiche. E una miriade di sigle di associazioni, alcune tra gli organizzatori della manifestazione dello scorso ottobre a Roma, guastata anche da episodi di guerriglia. Motivo per cui l’appuntamento desta non poca apprensione tra le forze dell’ordine, che presidieranno massicciamente la marcia e la stessa piazza Affari. Partenza alle 14 da piazzale Medaglie d’Oro, corteo lungo corso di Porta Romana, via Santa Sofia, Molino delle Armi, via De Amicis, via Torino, via Cordusio, fino alla Borsa. «Bisogna creare uno spazio politico alternativo, fondato su radici sociali reali e notevoli — commenta il leader del coordinamento No Debito, Giorgio Cremaschi — un’alternativa rispetto a questo modello di potere, al contrario delle illusioni del Pd o di Vendola». In piazza anche Rifondazione Comunista «contro il governo Monti, lo strapotere delle banche e degli speculatori», attacca il segretario nazionale Paolo Ferrero. In piazza sono annunciati anche personaggi della cultura, da Moni Ovadia a Gianni Vattimo. Vittorio Agnoletto, già esponente del movimento dei social forum, apre poi le porte a quelle formazioni che «per ora non hanno ritenuto di aderire ufficialmente, pur sapendo che molti dei loro iscritti non vedono l’ora di mandare a casa Monti». Promette poi di esserci, all’evento, anche la destra. Destra per Milano, Destra sociale, Progetto nazionale e Unione patriottica, oltre al sindacato Ugl, sono le sigle che alla vigilia hanno detto sì. «Una battaglia che vogliamo sostenere — spiega Roberto Jonghi Lavarini, esponente dell’estrema destra milanese — Andremo senza segni di riconoscimento per evitare frizioni, al massimo porteremo dei tricolori. Sono finiti gli schieramenti ideologici: se giuste, le battaglie vanno fatte insieme».
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IL GIORNO – QUOTIDIANO NAZIONALE (31 MARZO 2012)
"Occupyamo Piazza Affari", in migliaia alla manifestazione Fiamme all'ingresso di una banca Persone da tutta Italia: Napoli, Torino, Padova e Venezia. Prima un lungo corteo, negozi chiusi per sicurezza e macerie davanti ad alcune banche. Momenti di tensione tra No-Tav e forze dell'ordine
Manifestazione per le vie di Milano (NewPress)
Milano, 31 marzo 2012 - Piazza Affari, piazza Cordusio e via Orefici: il cuore finanziario di Milano è occupato dalle migliaia di manifestanti che hanno appena concluso di sfilare per il centro cittadino per protestare contro il debito e la crisi finanziaria internazionale. Il corteo 'Occupyamo Piazza Affari' era partito verso le 15 da piazza Medaglie d'Oro. Un elicottero della polizia e alcuni reparti antisommossa vigilano sulla manifestazione che per il momento, salvo un po' di tensione e il danneggiamento delle vetrine di una banca, si sta svolgendo senza grandi problemi. Molti gli slogan contro ''il governo Monti-Napolitano'' e per la liberazione ''dei compagni arrestati in Val di Susa''. Tante le bandiere dei sindacati di base, dei partiti extraparlamentari e dei movimenti No-Tav. Dal camion da cui è stata diffusa musica durante tutto il percorso nel centro della città, si stanno alternando dichiarazioni di esponenti politici e sindacali. Alla protesta stanno prendendo parte anche studenti, pensionati, militanti dei centri sociali e alcuni genitori con i bambini al seguito. TENSIONE NO-TAV CON FORZE DELL'ORDINE - Attimi di tensione in via Torino, lungo il percorso del corteo, tra alcuni agenti in borghese e un gruppo di manifestanti che brandiva bandiere dei No-Tav. Infastiditi dalla 'eccessiva vicinanza', secondo i No-Tav, degli agenti che a fianco del corteo vigilavano sulla situazione, un gruppo di una cinquantina di persone ha cominciato a inveire contro di loro mettendoli in un angolo e pretendendo che si allontanassero. Tra gli agenti e i No-Tav, dopo alcuni attimi di tensione, si e' parlato e la situazione e' per il momento rientrata. BANCHE NEL MIRINO - Proprio quando il corteo stava finendo di arrivare davanti a Palazzo Mezzanotte, in una piazza degli Affari completamente gremita, un gruppo di giovani ha fatto l'ennesimo blitz contro le banche. Questa volta gli antagonisti milanesi hanno rovesciato davanti all'ingresso della filiale Unicredit di piazza Cordusio alcuni sacchetti di macerie e detriti, poi hanno tracciato la scritta "Monti boia" sulla vetrina, dove hanno attaccato anche una maxibanconota con il volto di Draghi e la cifra del debito pubblico italiano. Ci sono stati attimi di tensione quando un cordone di carabinieri in assetto antisommossa si è schierato davanti alla banca, poi la situazione è tornata alla normalità. Poco prima, alcuni manifestanti hanno appiccato il fuoco alla porta d'ingresso della filiale Unicredit in largo Crocetta a Milano. A prendere fuoco della colla utilizzata per attaccare delle tavole di legno sulla porta. Le fiamme hanno annerito i vetri, sopra i quali sono state scritti degli slogan contro Monti. Le fiamme sono state spente da alcuni agenti della Digos. Pochi metri più avanti gli antagonisti hanno alzato un piccolo muretto con mattoni e cemento davanti all'ingresso della filiale della Bnl: "Abbiamo chiuso simbolicamente questa banca" ha detto un manifestante dal megafono. NEGOZI CHIUSI - Hanno chiuso i battenti i negozi in via Molino delle armi a Milano, sul percorso del corteo, il primo autoconvocato dai movimenti dopo il 15 ottobre scorso, partito da piazza Medaglie d'oro e diretto a piazza Affari. Le saracinesche sono rimaste abbassate forse per timore di disordini nella manifestazione. BLOCCATO PULLMAN DA NAPOLI - Un giovane manifestante che stava arrivando a Milano per uno dei cortei previsti oggi da parte degli 'indignati', è stato denunciato dalla polizia perchè trovato in possesso di una mazza e di un passamontagna. Il pullman è stato controllato dalla Digos al casello di Melegnano, sulla A/1. Trasportava manifestanti tutti provenienti da Napoli ma non appartenenti a una specifica organizzazione. Sul pullman la polizia ha trovato altre mazze il cui possesso, pero', non e' stato attribuito a nessun giovane in particolare. I TEMI DELLA PROTESTA - Le parole d'ordine riguardano la difesa dei beni comuni pubblici, dello stato sociale, dei diritti civili, la riforma del mercato del lavoro e la messa in discussione dell'articolo 18. Oltre, naturalmente, all'opposizione contro il progetto dell'Alta velocità in Val Susa. Presente anche una piccola delegazione di operai sardi proveniente da Carbonia. Tra i tanti striscioni presenti ce n'è anche uno con il volto di Karl Marx affiancato dalla scritta "Ecco il nostro modello tedesco". Tra i manifestanti c'è anche il segretario del Partito comunista dei lavoratori, Marco Ferrando. Lo slogan più scandito è "giù le mani dalla Val Susa" e "libertà per i compagni arrestati". Nel corteo ci sono anche i lavoratori dell'Alcoa, della ex Wagon-Lits e di altre fabbriche in lotta. Sul corteo, che si concluderà in piazza Affari, vigila un imponente schieramento delle forze dell'ordine con l'ausilio anche di un elicottero della Polizia. Oltre al normale svolgimento della manifestazioni, le forze dell'ordine hanno anche un pensiero in piu': la partecipazione annunciata di movimenti ed esponenti di estrema destra milanese, che venerdì hanno dato per certa la loro presenza in piazza. "Saremo in corteo perche' condividiamo la battaglia contro le banche - ha fatto sapere Roberto Jonghi Lavarini, leader dell'estrema destra lombarda - ma non porteremo nostri simboli, striscioni o sigle per non evitare frizioni". Ma la notizia ha già fatto il giro sui siti di movimenti di sinistra. Su uno di questi, Indymedia.org, si legge: "I fascisti tentano di porsi come referente e di infiltrarsi nei movimenti di protesta. Non avranno spazio".
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In corteo con Fiom e No Tav anche i fascisti. Prove di convergenza?
Alessandro Da Rold
L'idea è dell'Ugl, sindacato di destra Perché non invitare «i camerati» al corteo della Fiom e dei No Tav di Milano? Così in piazza Affari al fianco di Cremaschi e Diliberto ci saranno pure i «fascisti» della Destra Sociale o di Fiamma Tricolore, tra cui Remo Casagrande, detto anche «il Boia di Quarto Oggiaro».
POLITICA
31 marzo 2012 - 09:49
Questa volta non si tratta di una provocazione politica. Di quando la sinistra va in piazza e viene etichettata da commentatori o da rivali come «fascista», per scontri o intolleranze contro le forze dell’ordine. Questa volta, in corteo con la Fiom e i No Tav a Milano contro il governo di Mario Monti, i fascisti ci saranno davvero. Quelli veri. Duri e puri. Nostalgici del Duce Benito Mussolini. Che tra loro si chiamano «camerati» e che non si stringono la mano quando si salutano: l’ultima volta manifestarono contro banche e professori con celtiche, bandiere e saluti romani. Un gruppo di circa 300 persone è stato invitato infatti dai sindacati a portare un contributo a Occupyamopiazzaffari, quella che Giorgio Cremaschi ha definito «la prima vera manifestazione contro Monti e il suo governo». I partecipanti assicurano che ci andranno in forma privata, quasi camuffati, per evitare «provocazioni inutili». Ma il rischio che fette della sinistra extraparlametare milanese possano entrare in contatto con frange di destra è comunque alto. «Tra rivali ci si riconosce facilmente», spiega uno di loro. Il corteo è stato indetto dal comitato No Debito e hanno aderito tutte le forze di centrosinistra e sinistra, tranne il Partito Democratico, Sel e Italia dei Valori.
L’invito ai manifestanti di destra nasce da un'idea di uno dei capi metalmeccanici dell’Ugl, sindacato che nell’ambiente viene anche definito «la Fiom fascista». Così come annunciano con un comunicato, oggi al fianco di Oliviero Diliberto (Pdci) ci saranno «il comitato Destra per Milano, Destra Sociale, Progetto Nazionale e Unione Patriottica in maniera ufficiale ma anche dirigenti sindacali della Ugl (Unione Generale del Lavoro) e tanti simpatizzanti di altre sigle (come La Destra di Storace e la Fiamma Tricolore ) ed anche semplici elettori (od ex elettori) del Pdl, rigorosamente senza bandiere e simboli di partito (per non urtare la sensibilità degli organizzatori e non creare inutili e controproducenti tensioni)».
Del resto, la destra in milanese in piazza c'è già stata il 4 marzo scorso. Per quella che gli organizzatori hanno definito «una splendida mattinata missinna» in piazza San Babila. «Oltre mille Camerati» si legge in una nota, risposero al «richiamo della foresta». Tra loro tutta la «destra milanese», nelle «sue diverse sfaccettature», tra cui Armando Santoro presidente della Unione Nazionale Combattenti della Rsi, l’avvocato Vincenzo Forte (segretario della Unione Patriottica) o il «Conte Grappa» Alessandro Romei Longhena (già sindaco di Noviglio) ed il «Barone Nero» Roberto Jonghi Lavarini (animatore di destrapermilano.blogpost.com), il «vecchio parà» Dario Casorati, il professore Antonio La Bollita (già dirigente missino e sindacalista CISNAL ed UGL) ed il «Boia di Quarto Oggiaro» Remo Casagrande. La partenza è alle 14 da piazza Medaglie d'Oro e arrivo in piazza Affari. «Monti non è la soluzione del problema - ha spiegato ieri Cremaschi nel corso di una conferenza stampa di presentazione davanti all'ingresso dell'Università Bocconi - ma è una parte del problema stesso, non per lui, ma per il programma che rappresenta, lo stesso che sta provocando una catastrofe economica e sociale in tutta Europa, che ha affondato la Grecia e sta affondando il Portogallo, e contro il quale ieri in Spagna è stata fatta una grande manifestazione». Da domani, ha aggiunto, «parte l'opposizione sociale e politica contro il programma di aggiustamento strutturale dell'economia voluto da Fmi e Bce» Roberto Jonghi Lavarini, orgoglioso fascista, detto anche il Barone Nero, la spiega così: «Scendiamo in piazza perchè condividiamo pienamente il grido di dolore, la forte rabbia e la giusta protesta dei lavoratori e produttori di tutte le categorie, per colpa di una crisi finanziaria sistemica mondiale causata dai parassiti-usurai-speculatori delle banche d'affari e del capitalismo internazionale, ovvero dagli stessi che oggi vorrebbero, attraverso il loro rappresentante Mario Monti, espropriare il nostro popolo e la nostra nazione della nostra sovranità e della nostra libertà, per instaurare una vera e propria dittatura tecnocratica e plutocratica».
http://www.linkiesta.it/Fiom-fascisti-piazza-affari-banche-governo-monti
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News
L'occupazione pacifica di piazza Affari e la Fiom che si spacca in due
Alessandro Da Rold
E' stato un corteo «sobrio» quello organizzato a Milano contro il governo Monti dai sindacati di base e i No Tav Critiche all'esecutivo e al presidente Napolitano, ma anche le forze dell'ordine parlano di «una manifestazione tranquilla». Smentito chi pensava che arrivassero i black bloc, mentre la Fiom è sempre più spaccata.
31 marzo 2012 - 20:37
Chi si aspettava black block e violenza al corteo contro il governo Monti di Milano, organizzato dal movimento No Debito insieme con le sigle dei sindacati di base e i No Tav, è rimasto deluso. Al contrario di quanto titolato in questi giorni dal Giornale di Vittorio Feltri, circa 10mila persone hanno marciato in modo pacifico nel centro del capoluogo lombardo, tra lo shopping del fine settimana meneghino, al grido di «Monti attento, ancora fischia il vento». È stata una manifestazione «sobria» quella di Occupiamo Piazza Affari. Ma senza loden, con una nuova edizione del giornale Lotta Continua e un unico modello tedesco da applicare all'articolo 18 che vuole riformare il ministro del Welfare Elsa Fornero: il filosofo Carl Marx. È stato il ritmo del bonghi e dei balli dei tanti lavoratori di colore iscritti al Cub a segnare la marcia della protesta contro il governo dei padroni e del duo «Monti-Napolitano». C’era pure una piccola delegazione di destra camuffata, a cui la questura ha intimato in mattinata di non presentarsi dopo gli annunci di ieri. Roberto Jonghi Lavarini, detto il Barone Nero, si è presentato lo stesso con un centinaio di persone. Qualche manifestante si è lamentato. Ne è nata una piccola scaramuccia, ma esponenti dell’Ugl, sindacato di destra, e altri sindacalisti di sinistra li hanno difesi. Sarà che i bersagli politici sono più sobri, un tempo c'era Silvio Berlusconi, ma a parte qualche scritta sulle banche, un paio di fumogeni subito spenti da altri manifestanti di fronte a una sede di Unicredit, questa volta non si sono registrati momenti di tensione con le forze dell’ordine. Corre voce che l’ala dura dei centri sociali milanesi, quelli del Vittoria e del Cantiere, sia rimasta a casa. O meglio, che gli organizzatori abbiano sconsigliato di venire per «alimentare tensione inutile». Per questo motivo, il corteo partito da piazza Medaglie D’oro in corso di Porta Romana ha risparmiato tutti i negozi simbolo del capitalismo, come Mc Donald o la boutique Zara.
Certo, un pullmann proveniente da Napoli è stato fermato al casello di Melegnano con a bordo mazze da baseball. Ma l'unico momento di tensione «verbale» è stato tra i No Tav e i carabinieri in tenuta antisommossa («La Valsusa non si tocca») di fronte alla Banca d'Italia. Le stesse forze dell’ordine hanno riconosciuto che è stato un corteo «complessivamente sotto controllo». Sarà anche per questo che secondo alcuni partecipanti si sono visti in giro pochi «studenti» e «giovani»? Qualche strascico di polemica nel movimento, però, la «prima manifestazione nazionale contro il governo Monti» (copyright Giorgio Cremaschi) la sta lasciando. Inizia a crearsi una divisione tra le frange dei centri sociali, mentre la più vistosa delle spaccature è quella dentro la Fiom. La manifestazione aveva tra gli organizzatori appunto Cremaschi, presidente del Comitato Centrale Fiom Cgil, ma di bandiere del sindacato non se ne sono viste. Maurizio Landini, segretario, non ha appoggiato l’iniziativa, anche perché, hanno chiosato alcuni iscritti durante il sit in in piazza Affari, «starebbe cercando di riavvicinarsi alla Cgil di Susanna Camusso».
Il gruppo più folto di manifestanti è stato quello composto dai valsusini, che hanno ricevuto la solidarietà di tutti gli altri partecipanti. Poi i Carc, bandiere di Alternativa Politica, Sinistra Critica e altro ancora. Un manifestante nudo si è presentato in piazza Affari senza creare particolare scalpore, tra raffigurazione della Piovra finanziaria e diversi insulti a banche, Monti e Napolitano. «Il licenziamento economico scardina l'articolo 18 ed è ridicolo dire che la reintegrazione impedisce gli abusi. , ha spiegato Cremaschi di fronte al dito medio di Maurizio Cattelan. E alla domanda sul fatto che mancassero le sigle sindacali, Cremaschi ha risposto secco «Questa è una manifestazione specificamente contro il governo Monti mentre la Cgil ha deciso una politica di iniziative sindacali. Invece qui si vuole costruire un'opposizione più ampia e trasversale alle politiche del governo e che raccolga l'opposizione sociale e anche la No Tav».
Il leader No Tav, Alberto Perino, all'arrivo del corteo in piazza Affari ha attaccato di nuovo l'esecutivo: «Il governo Monti è il peggiore della storia della Repubblica, perchè è un governo teppista. Monti vada fuori dalle scatole, torni a casa». Le critiche sono state soprattutto per Napolitano: «Il presidente della Repubblica non difende la Costituzione, si comporta come uno zar - ha dichiarato - si diceva un uomo di sinistra, io lo considero un sinistro». Il clima comunque tranquilo del corteo non ha dissuaso l'ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato a un attacco a testa bassa: «Quella che è stata la mobilitazione della Fiom, dei Cub, di Usb, dei no-global, dei No-Tav, degli antagonisti arrivati con bus da Roma, da Napoli e da tutto il Nord, ha visto radunato secondo la polizia solo alcune migliaia di persone, un bel flop per le tante sigle messe in campo».
http://www.linkiesta.it/Corteo-Milano-Occupiamo-Piazza-Affari-No-Tav-No-Debito
giovedì 22 marzo 2012
Chi è ROBERTO JONGHI LAVARINI
Agenzia ITALIA INFORMA: Chi è ROBERTO JONGHI LAVARINI
Milano, 22 marzo 2012
Roberto Jonghi Lavarini ha 39 anni, è felicemente sposato con Veronica ed ha due figlie di 10 e 5 anni, Beatrice e Ludovica. Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora come consulente immobiliare nella società di famiglia ed è iscritto a diverse associazioni di categoria. Cristiano Cattolico praticante, fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta. Appassionato di storia, cultura, araldica, tradizioni religiose e popolari, enogastronomia e sagre paesane, è molto legato alle radici ed alla identità Walser (tedesco-vallese) della propria famiglia e fa parte del gruppo folkloristico del suo paese di origine, Ornavasso. Da sempre coerente militante di destra, è stato: Segretario Provinciale del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale della Lombardia, Consigliere Circoscrizionale e Presidente della Zona Porta Venezia. Attualmente, per scelta, non ricopre alcuna carica politica e non è iscritto a nessun partito.
INFO: www.robertojonghi.it CONTATTI: robertojonghi@gmail.com
venerdì 16 marzo 2012
Manifesto di Lotta!
I 10 punti della Destra Sociale.
La Destra o è Sociale o non è!
Per un grande e compatto fronte anti-progressista, per un nuovo centro-destra, dove la Destra Sociale sia protagonista, rappresenti l’anima identitaria ed il locomotore delle istanze nazional-popolari.
Per una Politica di rinnovamento, contro un ritorno alle vecchie logiche di potere della vecchia partitocrazia.
Potere alla gioventù e ricambio generazionale!
Quote Verdi: rappresentanze giovanili nelle liste elettorali, con obbligo di un tot numero di under 40!
Avanti per Roma Capitale!
Roma Capitale simbolo di storia, d’identità ed unità nazionale; legame tra Nord e Sud dell’Italia.
Dalle Identità locali ad una profonda e sentita unità nazionale, per il federalismo comunale.
Abrogazione delle Province, meno poteri alle Regioni, per l’Italia dei Campanili.
Roma Capitale culla della millenaria Civiltà italica, radici e centro dell’Euro-Mediterraneo.
Contro la disoccupazione e precarietà: socializzazione!
Socializzazione delle aziende municipalizzate e delle aziende romane a rischio chiusura, come previsto dall’Articolo 46 della Costituzione.
Blocco di ogni forma di delocalizzazione. Il Lavoro romano deve rimanere a Roma.
Giù le mani dagli Studi di Cinecittà, dall’Alitalia, dall’Alenia, dall’Eni e da tutti i “gioielli di famiglia”, vanto ed occupazione per Roma Capitale.
TecnoRibellione!
Contro liberalizzazioni e privatizzazioni imposte dal Governo Tecnico e avallate da una classe politica venduta ai poteri forti.
A difesa delle categorie, cuore pulsante della nostra economia, minacciate dai tecnocrati nemici del popolo sovrano, al servizio delle banche e della speculazione.
Non ci sono lavori che non vogliamo fare, ma salari inaccettabili!
Blocco dei permesse, ritiro delle licenze e delle autorizzazioni a chi assume immigrati e/o clandestini in nero.
Confisca degli immobili a chi affitta case a immigrati e/o clandestini in nero.
Il lavoro nero genera immigrati sottopagati e italiani disoccupati.
Chiusura di tutti i Campi Rom, per una vera integrazione: Roma accogliente solo per chi rispetta le sue Leggi.
Espulsione immediata di tutti gli stranieri che commettono reati e rimpatrio nei loro Paesi d’origine.
Case popolari, assunzioni e asilo nido del Comune: prima i romani.
Liberiamo i Romani dal cappio dell’usura: fuori Equitalia da Roma!
Roma Capitale rompa ogni rapporto con Equitalia.
Creazione di un Ente proposto alla riscossione dei crediti comunali che non utilizzi metodi da “strozzini” e non imponga interessi usurai.
Condono di tutte le multe.
Le periferie: futuro e giovinezza di Roma Capitale!
Nuova edilizia popolare: dignitosa, umana, ecosostenibile.
(Mai più Tor Bella Monaca, Corviale e mostri di cemento stile Urss).
Investimenti nelle periferie, il futuro e la giovinezza di Roma Capitale.
Riqualificazione e/o assegnazione ad associazioni popolari di tutti gli spazi, gli immobili e le strutture pubbliche abbandonate, inutilizzate, lasciate nel degrado e lasciate alla mercè della speculazione.
Roma bene comune: spazi sociali, culturali e meta-politici per una visione comunitaria della Città e risposta immediata all’emergenza abitativa.
Ritorno all’Equo-canone.
Lotta di liberazione culturale!
Contro il monopolio culturale della sinistra, contro la dittatura e l’arroganza dei salotti radical-chic, per una cultura popolare, identitaria e comunitaria.
Cittadinanza attiva e partecipazione dei Cittadini, dei Movimenti e dei Comitati di quartiere ai programmi, alle delibere e ai bilanci del Campidoglio e dei Municipi.
Rilanciamo il nostro patrimonio artistico: dal cento alle periferie!
Riqualificazione e rilancio del nostro patrimonio artistico attraverso una gestione mirata e responsabile.
Roma è il centro del mondo e le sue opere ne sono orgoglio e sfoggio.
Inoltre valorizzazione dell’enorme patrimonio artistico presente, non solo nel centro di Roma, ma su tutto il suo esteso territorio.
Il coraggio di unirsi e la marcia verso il cambiamento: orrizzonte di vittoria!
Per l’unità del centro-destra, per proseguire la marcia verso il cambiamento.
Per una profonda Rivoluzione identitaria, dove la Militanza Sociale ne sia l’Avanguardia.
Non riconsegniamo la Nostra Città alla sinistra, nemica della romanità, delle categorie, del lavoro romano, delle periferie e della sicurezza; amica delle banche, dei tecnici, dei palazzinari, della clandestinità, delle caste e delle posizioni di rendita.
La Destra o è Sociale o non è!
Per un grande e compatto fronte anti-progressista, per un nuovo centro-destra, dove la Destra Sociale sia protagonista, rappresenti l’anima identitaria ed il locomotore delle istanze nazional-popolari.
Per una Politica di rinnovamento, contro un ritorno alle vecchie logiche di potere della vecchia partitocrazia.
Potere alla gioventù e ricambio generazionale!
Quote Verdi: rappresentanze giovanili nelle liste elettorali, con obbligo di un tot numero di under 40!
Avanti per Roma Capitale!
Roma Capitale simbolo di storia, d’identità ed unità nazionale; legame tra Nord e Sud dell’Italia.
Dalle Identità locali ad una profonda e sentita unità nazionale, per il federalismo comunale.
Abrogazione delle Province, meno poteri alle Regioni, per l’Italia dei Campanili.
Roma Capitale culla della millenaria Civiltà italica, radici e centro dell’Euro-Mediterraneo.
Contro la disoccupazione e precarietà: socializzazione!
Socializzazione delle aziende municipalizzate e delle aziende romane a rischio chiusura, come previsto dall’Articolo 46 della Costituzione.
Blocco di ogni forma di delocalizzazione. Il Lavoro romano deve rimanere a Roma.
Giù le mani dagli Studi di Cinecittà, dall’Alitalia, dall’Alenia, dall’Eni e da tutti i “gioielli di famiglia”, vanto ed occupazione per Roma Capitale.
TecnoRibellione!
Contro liberalizzazioni e privatizzazioni imposte dal Governo Tecnico e avallate da una classe politica venduta ai poteri forti.
A difesa delle categorie, cuore pulsante della nostra economia, minacciate dai tecnocrati nemici del popolo sovrano, al servizio delle banche e della speculazione.
Non ci sono lavori che non vogliamo fare, ma salari inaccettabili!
Blocco dei permesse, ritiro delle licenze e delle autorizzazioni a chi assume immigrati e/o clandestini in nero.
Confisca degli immobili a chi affitta case a immigrati e/o clandestini in nero.
Il lavoro nero genera immigrati sottopagati e italiani disoccupati.
Chiusura di tutti i Campi Rom, per una vera integrazione: Roma accogliente solo per chi rispetta le sue Leggi.
Espulsione immediata di tutti gli stranieri che commettono reati e rimpatrio nei loro Paesi d’origine.
Case popolari, assunzioni e asilo nido del Comune: prima i romani.
Liberiamo i Romani dal cappio dell’usura: fuori Equitalia da Roma!
Roma Capitale rompa ogni rapporto con Equitalia.
Creazione di un Ente proposto alla riscossione dei crediti comunali che non utilizzi metodi da “strozzini” e non imponga interessi usurai.
Condono di tutte le multe.
Le periferie: futuro e giovinezza di Roma Capitale!
Nuova edilizia popolare: dignitosa, umana, ecosostenibile.
(Mai più Tor Bella Monaca, Corviale e mostri di cemento stile Urss).
Investimenti nelle periferie, il futuro e la giovinezza di Roma Capitale.
Riqualificazione e/o assegnazione ad associazioni popolari di tutti gli spazi, gli immobili e le strutture pubbliche abbandonate, inutilizzate, lasciate nel degrado e lasciate alla mercè della speculazione.
Roma bene comune: spazi sociali, culturali e meta-politici per una visione comunitaria della Città e risposta immediata all’emergenza abitativa.
Ritorno all’Equo-canone.
Lotta di liberazione culturale!
Contro il monopolio culturale della sinistra, contro la dittatura e l’arroganza dei salotti radical-chic, per una cultura popolare, identitaria e comunitaria.
Cittadinanza attiva e partecipazione dei Cittadini, dei Movimenti e dei Comitati di quartiere ai programmi, alle delibere e ai bilanci del Campidoglio e dei Municipi.
Rilanciamo il nostro patrimonio artistico: dal cento alle periferie!
Riqualificazione e rilancio del nostro patrimonio artistico attraverso una gestione mirata e responsabile.
Roma è il centro del mondo e le sue opere ne sono orgoglio e sfoggio.
Inoltre valorizzazione dell’enorme patrimonio artistico presente, non solo nel centro di Roma, ma su tutto il suo esteso territorio.
Il coraggio di unirsi e la marcia verso il cambiamento: orrizzonte di vittoria!
Per l’unità del centro-destra, per proseguire la marcia verso il cambiamento.
Per una profonda Rivoluzione identitaria, dove la Militanza Sociale ne sia l’Avanguardia.
Non riconsegniamo la Nostra Città alla sinistra, nemica della romanità, delle categorie, del lavoro romano, delle periferie e della sicurezza; amica delle banche, dei tecnici, dei palazzinari, della clandestinità, delle caste e delle posizioni di rendita.
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